martedì, ottobre 04, 2011

L'algoritmo del Provolone filosofale.

Concedetemi la licenza poetica del titolo, sono una grande fan di "the Big Bang Theory" (per inciso, la sit-com americana non la teoria della fisica!)
Voglio raccontarvi una vicenda successa questa mattina che mi ha colpito e fatto riflettere molto. Si tratta di una esperienza illuminante sull'antropologia sociale, ma detta così sembra una roba noiosa e retorica, leggete quanto segue, non e' altro che una comunissima esperienza al supermercato waitrose di St.Katherine Docks nell'East London.
Stamattina verso le 8 la grande "nonna noi" alias Loredana, mi ha mandato per mail la sua ricetta del ciambellone salato; appuntandomi gli ingredienti da comprare (mentre vi scrivo la torta salata sta riposando per lievitare prima di essere infornata) fra questi, c'era il Provolone. Ora, a voi non sembrerà niente di trascendentale, in Italia tutti lo conosciamo, se non altro per le pubblicità' ambigue e il nome simbolico, ma quando capita di doverlo cercare in Inghilterra non e' cosa facile. E qui inizia la mia esperienza antropologico/culturale. Vado al banco dei formaggi, li un commesso (giovanissimo, biondo e dalla carnagione rosa, tipica degli inglesi adolescenti, a loro lo scombussolamento ormonale sfocia in un colorito da maialini) mi fa ripetere il nome 3 volte prima di confessare che non l'ha mai sentito, mi indirizza ad una sua collega più anziana e donna (anche qui ancora le donne sono supervisori dell'arte culinaria) la quale, dopo qualche secondo di attenta riflessione alla mia domanda _I'm looking for an italian cheese called Provolone_ (sto cercando un formaggio italiano chiamato provolone), mi sussurra di non avere idea di cosa possa essere ma, sempre sussurrando, mi strizza l'occhio e mi fa _ti chiamo subito la specialista dei formaggi_  poi mi chiede se nel frattempo ho bisogno di qualcos'altro, io subito approfitto dicendo di si e lei esce dal bancone per accompagnarmi a trovare il lievito di birra e la farina per il pane.

Arrivate di fronte alla corsia dei dried food, prendiamo il lievito che di birra non era, ma lei mi legge accuratamente il modo d'uso stampato sulle confezioni di 4 lieviti diversi così decidiamo insieme quello che fa più a caso mio, e lo metto nel carrello non senza prima aver vagliato fra le decine di farine quella che lei mi consiglia per la mia "prosciutto and cheese pie" come la chiamano loro. Finita questa lezione di grande professionalita' e umanità dolcissima, mi accompagna da quella che sarebbe stata poi una illuminazione sullo spirito british polite, che poi e' la causa di questo elogio all' Inghilterra e agli inglesi.

Tornate di nuovo al banco dei formaggi, dietro al vetro c'e' lei, questa piccola e rotonda sosia, ma sosia sul serio, della professoressa Mcgranitt (per gli appassionati di Harry Potter ho detto tutto, per chi ancora non l'abbia visto e non conosca l'attrice dietro al ruolo della professoressa Minerva, Maggie Smith, dico solo che e' il viso più inglese che possiate immaginare, incarna perfettamente le caratteristiche confortevoli e insieme formali della british culture, e vi dico anche fate in modo di vedere harry potter e' un capolavoro dei nostri tempi!). Allora, dicevamo La professoressa Minerva Mcgranitt, che al waitrose dietro al banco dei formaggi si chiama Mary, ascolta la mia richiesta con l'espressione di quando coglie Harry e Ron in giro per Hogwarts dopo l'ora del coprifuoco, e, sempre dopo qualche secondo di attenta ricapitolazione mentale del suo ventaglio di formaggi inglesi ed internazionali conosciuti, mi fa _it doesn't ring any bell to me_ (un modo di dire inglese che significa più o meno: non mi fa accendere nessuna lampadina.. so british!) dopodiché sempre assorta nella sua ricerca del suo atlante mentale dei formaggi,  molto discretamente mi chiede di poter vedere il quaderno che tenevo in mano con la ricetta (e li le ho quasi sfiorato la mano... alla professoressa Mcgranitt!!!), insomma, lo guarda, cerca di leggere Provolone in quella massa informe di graffiti che e' la mia calligrafia (per di più in italiano), lo legge, lo ripete un paio di volte guardando dritto a se e, stringendo le palpebre, niente, non le sovviene niente, mi chiede quindi cosa devo farci ed io le balbetto emozionata _a prosciutto and cheese pie_ (torta salata, tipica qui). Dopo aver chiesto alla ragazza dei formaggi preincartati se per caso a lei le arriva un certo _provolone_ e aver ricevuto un ennesimo _I don t know_ cosa fa? mi dice di aspettare li, svelta si reca in magazzino e ne esce con in mano un vero atlante in carta e inchiostro con il nome di tutti i formaggi esistenti sulla terra, e li, fra un formaggio francese e uno scozzese, troviamo la voce "provolone", pero' con disagio realizza che oltre alla sua etimologia ed una escursione storico/geografica non ci sono consigli sulla sua composizione.
A quel punto avevo capito, la sua idea era vagliare fra le sue conoscenze ciò' che sarebbe potuto essere il corrispettivo inglese del Provolone, ma non aveva ancora abbastanza elementi per azzardare un nome.

Assolutamente non contenta anzi disappointed (delusa) di non essermi potuta essere d'aiuto, con fare imperterrito si toglie il grembiule e mi ordina, di seguirla... E secondo voi io che cosa ho fatto? a testa bassa, in segno di riverenza, come Ermione quando la segue nell'ufficio di Silente, e, mantenendo sempre una distanza di rispetto come suole in caso di personalità' autorevoli, la seguo fino all'ufficio del principale. Li, Mary chiama 4 diverse sedi del waitrose sparse per Londra, (chiedendomi per ben 2 volte scusa per l'attesa _I apologize for waiting_ diceva, ma figuratevi a me cosa poteva importarmi del tempo che passava, stavo vivendo un lezione magnifica di tenace impegno, viva professionalita' e genuina perpetrazione, per di più da Minerva Mcgranitt.. sarei rimasta con lei tutta la vita!) fino a quando, il quarto rarissimo e visionario esperto di formaggi contattato, conosce effettivamente il Provolone il suo parere poteva finalmente essere degno di credito, per suggerirmi un nome di formaggio presente in negozio. Ci siamo, Mary sta finalmente sorridendo mentre ringrazia il saggio formaggiere, di chissà quale supermercato a chissa' quanti km lontano da noi, e si rivolge a me accennando un sorriso di una dolcezza che solo quella sincera di una nonna può' essere, e dice _Come, I can Help you_ (Vieni, posso aiutarti)! Mi accompagna al suo banco dietro cui, piccola piccola ma grande ai miei occhi, mi consiglia due formaggi fra le decine e decine che ha sotto il suo mezzo busto, ma, azzarda una lieve preferenza verso uno dei due che naturalmente sarà' il mio prescelto.

Gli inglesi a questo punto esclamerebbero _what the fuck ..._ e lo dico anch'io, ho assistito ad una lezione indimenticabile, da una personcina indelebile, con un fare indiscutibilmente giusto, adeguato, oltremodo gentile, e di una umanità squisitamente contenuta. Di sicuro ora so che cosa vuol dire English politeness e guai a chi se ne fa scherno o lo usa in modo improprio!



La Professoressa Minerva Mcgranitt che al waitrose di St. Katherine Docks dietro al banco dei formaggi si chiama Mary, ed oggi e' stata più che una professoressa, e' stata maestra di vita!


P.S. la torta la inforno ora e la porto dritta dritta a Mary!

love, Valentina.


1 commenti:

MICKY ha detto...

Leggevo e t'immaginavo...accurata descrizione... miss you!!

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