La neve, una delle più' grandi e potenti ipocrisie della natura. Dolce quanto l'effetto delle glaciazioni su tutte le forme di vita pre esistenti ad esse. Bella come una donna che cancella le rughe barattandone i ricordi. Vera tanto quanto una magia.
A me non piace la neve, non mi piace la sua ipocrisia, le false illusioni che crea, e' un farmaco placebo, una fragilissima copertura, una menzogna che nasconde la verità.
A me non inganna la neve, io non le credo, perché' riesco a vedere cosa c'e' sotto il suo trucco.
Sotto di essa le colline sono cimiteri ghiacciati di tutte le forme di vita che le abitavano. In città, i tetti e anche le più ingegnose fra le architetture, vorrebbero urlare sotto quel bavaglio che le fa tacere minacciandole col suo peso. Le strade e i marciapiedi bugiardi mentono, immacolati, come mai calpestati. Il suono poi, e' quello del silenzio nel campo di battaglia finita la guerra. E il sole, che perde i toni caldi del giallo, colore vitale, e si fa freddo assumendo toni bluastri, come la nostra pelle quando il sangue non scorre più.
A me non piace la neve, io non le credo.