domenica, febbraio 19, 2012

L'Ipocrisia della neve

Avete presente quando la neve caduta crea quei paesaggi immacolati colline che sembrano dipinte, ferme nel tempo, surreali. E le città' colorandosi di bianco ci convincono che l'architettura urbana sia più bella nelle forme e pulita nelle geometrie. Quando si guarda giù, le strade e i marciapiedi, non ancora solcati, ne beneficiano di una soffice e candida armonia sinuosa.. i suoni poi sembrano essere attutiti dal manto che ovatta e calma tutto. E la luce, anche lei cambia, il sole arriva a noi con il colore della neve, illuminando di luce bianca. 


La neve, una delle più' grandi e potenti ipocrisie della natura. Dolce quanto l'effetto delle glaciazioni su tutte le forme di vita pre esistenti ad esse. Bella come una donna che cancella le rughe barattandone i ricordi. Vera tanto quanto una magia. 


A me non piace la neve, non mi piace la sua ipocrisia, le false illusioni che crea, e' un farmaco placebo, una fragilissima copertura, una menzogna che nasconde la verità.


A me non inganna la neve, io non le credo, perché' riesco a vedere cosa c'e' sotto il suo trucco.


Sotto di essa le colline sono cimiteri ghiacciati di tutte le forme di vita che le abitavano. In città, i tetti e anche le più ingegnose fra le architetture, vorrebbero urlare sotto quel bavaglio che le fa tacere minacciandole col suo peso. Le strade e i marciapiedi bugiardi mentono, immacolati, come mai calpestati. Il suono poi, e' quello del silenzio nel campo di battaglia finita la guerra. E il sole, che perde i toni caldi del giallo, colore vitale, e si fa freddo assumendo toni bluastri, come la nostra pelle quando il sangue non scorre più.


A me non piace la neve, io non le credo.





 
 
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