giovedì, ottobre 25, 2012

Se niente importa non c'e' niente da salvare

Consiglio una lettura forte, vera e che fa riflettere come uno schiaffo in faccia, uno di quelli che fanno male a lungo, ma che se non l'avessimo preso chissa' chi e dove saremmo oggi.

il libro e' questo:



il commento di copertina recita:

_Jonathan Safran Foer ci propone una riflessione sul cibo partendo dal ricordo personale di sua nonna, dalla forza che durante la guerra la spinse a rifiutare della carne di maiale che l'avrebbe tenuta in vita, perche' non era cibo kosher, e "se niente importa non c'e' niente da salvare".
Il cibo per lei non era solo cibo, ma "terrore,dignita', gratitudine, vendetta, gioia, umiliazione, religione, storia e ovviamente, amore".
Una volta diventato padre, Foer ripensa a questo insegnamento e inizia ad interrogarsi su cosa sia la carne, perche' nutrire un figlio e' ancora piu' importante che nutrire se stessi.
Cosi nasce questo libro, frutto di un'indagine durata quasi tre anni, che e' insieme racconto, inchiesta e testimonianza e che invita tutti alla riflessione, indicando nel dolore degli animali -e sopratutto nella nostra sensibilita' verso chi e' "inerme" e "senza voce"- il discrimine fra umano e inumano, fra chi accetta senza battere ciglia le condizioni imposte dall'allevamento industriale e chi le mette in discussione._




Io ho scelto di metterlo in discussione, in realta' non credo di aver avuto scelta, una volta che si ha il coraggio di aprire gli occhi, interessarsi alla natura di cio' che diamo per scontato come comprare della carne a 3 euro al supermercato, ed indagare gli orrori quotidiani dell'allevamento intensivo, non si ha scelta, chiunque continuasse a comprare prodotti industriali, (e non dico carne in generale ma quella carne, quella incartata per bene con la data di scadenza in vista e il prezzo basso) dovrebbe -essere senza cuore o senza raziocinio-


Read with love
V.
























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